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Dornach Wine Chapters

Patrick Uccelli da Salorno, per gli amici Mastro Osei, nome di battaglia Baron von Vogel, è un produttore di vino della provincia di Bolzano che un bel giorno, colpito da improvvisa ipercalculia, decise di cominciare a dare letteralmente i numeri.

Alla stessa stregua di un artista figurativo che concepisce e attua una serie di opere apparentemente tutte uguali, ma in realtà diverse per sfumature,timbrica, toni o soluzioni cromatiche, e in modo del tutto analogo alla catalogazione dei manoscritti dei grandi compositori della Storia della Musica,pur essendo soltanto un vignaiolo, e cioè comunque anch’egli un validissimo Autore, da ormai cinque anni il Nostro ha voluto cucire un numero sulla “divisa da gara” delle sue bottiglie. 

E però non ha pensato di andare a numerare la produzione complessiva, per dare a ogni singola bottiglia la propria cifra identificativa, come si trattasse di un censimento comunale degli alberi o di anelli matricolari alle zampe dei colombi viaggiatori.

Seguendo la progressione degli imbottigliamenti (primo Lotto del 2019 = vino #1; secondo Lotto = vino #2; e così via), il numero è stato applicato a ogni tipologia di vino, a ogni interpretazione di un’idea che annata dopo annata può cambiare, o essere costretta ad adattarsi alle circostanze, a sottolineare il fatto che in agricoltura è impossibile per definizione ripetersi pedissequamente un anno dopo l’altro.

È che se a dare i numeri ci si mette Chopin (59 mazurche, 22 notturni, 16 polacche, 26 preludi, 19 valzer), oppure Monet (la Cattedrale di Rouen dipinta 31 volte, in tutte le salse) o ancora Andy Warhol (i faccioni moltiplicati di Mao e Marilyn, le file infinite di bottiglie di Coca-Cola o le latte di Campbell’s Tomato Soup), tutto chiaro, tutto bene: l’arte seriale non sarà mica un problema.

Nel mondo del vino, invece, dove la riconoscibilità di alcune etichette iconiche è la chiave del successo, molto chiaramente una simile operazione, seppure ispirata da motivazioni più che plausibili, non solo non reggerà il confronto,ma addirittura come potrà stare in piedi?

La risposta è semplice, basterà farsi raccontare da chi a queste bottiglie da del tu la differenza lampante tra il vino #14 e il #15 (due Pinot Nero del medesimo millesimo, ma eseguiti in modo diametralmente opposto), oppure seguire il filodiretto che lega il vino #7 al #13 al #25 (tre Pinot Bianco da mettere a riposare in cantina per qualche anno), o ancora pescare randomicamente un paio di jolly, sperando vi si nasconda dentro qualcuno degli “unicorni” (per i vini#2, #5, #6, #9, #18 l’impresa è ardua, se ancora ne trovaste una in giro,prelevatela subito che la mettiamo in archivio!). 

A sostegno di tutta questa tombola di numeri, tuttavia, va ricordato l’impianto concettuale (prima ancora degli studi e della pratica enologica, prima soprattutto della recente infatuazione cabalistica, è opportuno segnalare che il Nostro si è caricato sulle proprie spalle un percorso approfondito di studi filosofici): 

a) al maso Dornach si incentiva la freschezza, la schiettezza, la succosità (i “vini da sete”);
b) al maso Dornach si è scommesso anche sui vitigni resistenti, sorprendenti e ancora pressoché inesplorati (la “linea PiWi”);
c) al maso Dornach si producono vini di affinamento prolungato e lungo cabotaggio(le “Riserve”).

Da quest’anno, poi, a semplificare il tutto succede che a ogni etichetta con numero progressivo non viene più abbinato un tratto grafico particolare che ne evidenzi l’appartenenza a una delle tre macro-categorie appena descritte, bensì viene omaggiato il nome di ciascuno dei tre inquilini più giovani del maso medesimo: Aurélie, Louis e Cécile (ovvero, i figli di Karoline e Patrick).

Sequesto debba considerarsi come il segnale eloquente di un prossimo “ritorno alle lettere”, non è dato sapere. 

Noi intanto, senza essere capaci né di leggere né di scrivere e neppure di far benedi conto, ci siamo ripassati le tabelline.

SEI PER OTTO, QUARANTOTTO: per celebrare i primi cinque anni di questo nuovo sistema di catalogazione, e per provare a tirare una somma dalle infinite operazioni che questo apparato numerico potrebbe ingenerare, Patrick e uno dei suoi Osti paladini hanno pensato di mettere in piedi 8 serate in cui a batterie di 6 vini ciascuna si coprirà numero dopo numero tutta la produzione“a capitoli” messa finora in bottiglia, dalla serie #1 alla serie #48.

I luoghi prescelti e le date (da Ottobre 2023 a Maggio 2024) sono indicati nella clamorosamente bella “CARTA NUMERICA d’ITALIA” * concepita per noi dal genio grafico di Manuele Altieri (@manuele_altieri).

* aguzzate la vista,in quel fitto groviglio di cifre troverete nascoste anche le 7 lettere di“Dornach”

La nostra TERRAZZA del VINO è aperta

Giovedì & Venerdì 

ore 17 - 21 

Sabato ore 10 - 21 

Per comprare i nostri vini (durante gli orari dove la terrazza è chiusa) perfavore prenotate uno "Stop&Shop" sul nostro calendario aziendale: https://www.ansitzdornach.it/it/incontriamoci-a-dornach/

 

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